“ Le opere d’arte hanno messo le scarpette”

Se potessimo fare un tuffo nei meandri della creatività e dell’estro, se percorressimo i corridoi della fantasia e dell’originalità, se ci abbracciassimo ai volteggi di una farfalla o ci posassimo sulle nuvole delle notti insonni e piene di idee di alcune fate…troveremmo la genialità di Eleonora Modica e…

Se stringessimo le nostre mani con le stesse stringhe delle scarpette di raso, se girassimo dentro i vortici dei tutù e se ci elevassimo sulle punte del sacrificio, se provassimo quella tecnica, madre di tante goccioline lungo le tempie giù per le guance…troveremmo la dolcezza delle favole nate dalla sensibilità di Stefania Lo Presti.

Quest’ anno sul palcoscenico della Città della Notte “ le opere d’ arte hanno messo le scarpette “ .

L’ opera fiabesca della Bella addormentata nel bosco, ha messo le ali sui delicati tutù delle fatine, che con il movimento delle loro scarpette di raso hanno raccontato la storia in modo straordinario, attraverso le loro linee leggiadre ed eleganti hanno disegnato l’aria, lasciando una scia di freschezza e serenità, tipica di quei fiorellini che hanno colorato le scene ed evidenziato la beltà di tutte le danzatrici, grandi e piccole. Plauso anche per le comparse che con la loro presenza hanno comunicato quanto la pazienza sia davvero la virtù dei forti. Straordinaria presenza scenica e grande mimica facciale fortemente comunicativa della ”Strega Carabosse”. Inoltre, la gestualità e la presenza scenica delle figure maschili completava il significato profondo della favola: l’Amore vince sull’ odio. Sempre.

Sottili musiche per sottili sensazioni, che hanno portato il pubblico a riflettere sui veri valori della vita. “Il piccolo principe” con il suo grande messaggio “ L’essenziale è invisibile agli occhi” ha invitato gli uomini ad imparare a leggere e a comprenderne il vero significato della vita: ciò che conta è come siamo dentro e non come appariamo fuori e…le piccole cose, i piccoli gesti molto spesso contano più delle grandi cose.

E…”at last but not the least”… Le tele delle opere d’ arte hanno messo le scarpette: bellissime immagini di straordinaria bellezza, strepitosa originalità pensare di fare agli allievi lezione d’arte e di vita dentro la lezione di danza, solamente un animo profondo e sensibile avrebbe potuto avere un’idea così elevata. Un’ invasione di colori ha inondato il palcoscenico, arrivando fino al pubblico attraverso pennellate realizzate da una coreografia che ha reso perfettamente il messaggio che ogni artista attribuì al proprio quadro.

Qualche esempio…“Guernica” rendeva perfettamente i rumori penetranti del bombardamento e il dolore de “las caras desesperadas” dei personaggi…“Il bacio di Klimt”: colori e movimenti straordinari collocati in uno spazio irreale, caldi e passionali come l’oro della tela e il calore dell’ abbraccio degli amanti… o “ La Zattera della Medusa “ con la sua tematica tanto antica quanto attuale, ha reso perfettamente il messaggio di dolore di tutti i personaggi coinvolti in un perfetto groviglio di corpi avvinghiati…

E così, passando magistralmente anche attraverso le tematiche forti e significative di “ Ophelia” e “La ragazza dall’ orecchino di perla “, le grandi emozioni si concludono quando il sipario si chiude su un magico prato di stelle, un intenso “cielo stellato” ed un pubblico incantato.

Saggio Arsis 05.07.18

( Città della Notte )

 

A cura di Katia Cava