ANCHE LA CHIESA CATTOLICA SALE SUI BANCHI DELL’OPPOSIZIONE

 Editoriale Marzo 2019 a cura di Danilo Bonelli
Se Matteo Salvini pensava di doversi misurare solo con l’opposizione politica di Forza Italia e del PD (oltrechè con qualche stilettata del suo alleato di governo) ecco che ora si trova a fare i conti anche con la Chiesa cattolica romana che è scesa in campo per condurre due battaglie : lo ius soli e la riapertura dei porti.
E così se monsignor Vincenzo Paglia ha dichiarato in un’intervista a La Repubblica che il filo conduttore di questo pontificato “è l’insistenza sul dovere dell’accoglienza”, tuttavia è stato lo stesso Papa a mettere sulla polemica un carico da 90 rifiutando a Matteo Salvini quel colloquio privato che il ministro degli interni gli richiede fin dal suo insediamento.  “Fintanto che la linea del governo sull’immigrazione resta questa” – ha fatto sapere Bergoglio – “non è possibile alcun tipo di incontro”.
La Chiesa ha finalmente superato ogni imbarazzo e, lasciate da parte tematiche tipiche di un magistero spirituale, si è messa la veste dell’interlocutore politico senza riflettere che così facendo costringe anche i credenti a trattarla alla stregua di un qualunque partito politico.
E’ infatti impossibile non prendere atto che la Chiesa cattolica insegue un modello sociale fondato sull’accoglienza indiscriminata e senza limiti e che pertanto il suo campo di confronto non è più quello della fede bensì quello della politica.
Benchè le stime ufficiali diffuse dall’ONU parlino di 200 milioni di individui in movimento dall’Africa verso l’Europa, il Vaticano non pare curarsi molto dei sentimenti e delle paure del popolo italiano tanto che molti allargano le braccia chiedendosi perchè questo Papa voglia trasformare il nostro Paese in una sorta di Califfato afro-islamico.
Ma c’è anche un altro aspetto che evidentemente non è stato tenuto in conto : la risposta dell’elettorato che potrà arrivare con le imminenti elezioni europee…..e stavolta Bergoglio ha fatto per Salvini lo spot più efficace che potesse esserci.   E verosimilmente non saranno pochi neppure coloro che non sceglieranno la Chiesa cattolica come beneficiario del loro otto per mille in occasione dell’imminente dichiarazione dei redditi.
di Danilo Bonelli
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