Intervista a Elisa Ravasio, una giovane dalle mille risorse

L’organizzazione e il sacrificio è alla base di tutto

E’ una giovane brillante l’influencer, interprete, modella e cantante Elisa Ravasio. L’artista ha da poco tempo prestato la sua voce a un bel brabo pop dance, realizzato espressamente per mercati musicali esteri, arrangiato e realizzato da Matthew Fischer Studios, intitolato Bum- Bum, nonché scritto da Dora Marchi in arte DoraA-Lee con il featuring della stessa.

Elisa, possiamo dire che la tua è una vita molto…di corsa? Come riesci a prendere fiato e che cosa ti rilassa per davvero?

L’organizzazione e il sacrificio è alla base di tutto, cerco di incastrare il più possibile gli impegni e di essere multitasking: se, per esempio, sto mangiando rispondo anche alle mail oppure se sto camminando da un posto all’altro ne approfitto per fare una chiamata di lavoro e così via. Per rilassarmi, una volta alla settimana mi ritaglio le mie tre ore di camminata da sola e nel frattempo comunque lavoro dal telefono e poi a casa la sera mi faccio una bella pulizia viso completa con tutti i miei prodotti e strumenti appositi per far rinascere la mia pelle.

Sei una che sotto stress funziona o che mostra segni di cedimento?

Fin da piccola, ho avuto una vita movimentata e sempre ricca di impegni, detesto stare ferma e perdere tempo quindi ormai ci ho fatto l’abitudine. Alle superiori, invece, a volte avevo l’ansia di non riuscire a fare tutto, la sera studiavo e di giorno mi allenavo (facevo nuoto agonistico) e lavoravo o come modella o promoter e il weekend in discoteca. Avevo paura di fallire, mollare e sbagliare, invece è umano e non ci bisogna rimproverare se qualche volta si cede e abbiamo bisogno di tempo per recuperare e ripartire.

Quanto ti è piaciuto dedicarti alla Musica?

Moltissimo, per me la musica è il miglior modo per esprimere i nostri stati d’animo ed emozioni, è la lingua del cuore e ti permette di comunicare meglio con gli altri e avere un legame indiretto e indissolubile.

A proposito, come ti sei avvicinata a questo mondo?

La prima volta mi è capitata da piccola, mio papà suona il pianoforte e mia mamma la chitarra e quindi ho voluto imparare pure io. Mi sono dedicata per qualche anno alle elementari e medie al piano, senza arrivare mai al livello di mio papà però me la cavo. Poi, a 15 anni ho ascoltato le prime canzoni rap e hip hop e una sera mi sono venute in mente delle rime, una dietro l’altra. I giorni successivi altre rime. I miei amici facevano freestyle. E così, ho deciso di iniziare pure io e di partecipare anche a un concorso, dove ho vinto. Ho lasciato da parte poi la musica fino ai 22 anni perché la priorità era la scuola e il lavoro, oltre a richiedere un investimento economico non indifferente. Ho ricominciato pienamente quest’anno.

Si dice che oggi sia diventato troppo commerciale, che ne pensi?

È tutto troppo commerciale oggi, perché esiste già tutto ed è difficile inventare qualcosa, per cui per vendere e avere successo purtroppo in molti casi è più semplice adattarsi a ciò che richiede il mercato.

Anche l’arte in generale vista così, per quale motivo secondo te? Diciamo che l’arte è il macro gruppo di cui la musica fa parte, insieme a fotografia, pittura, scultura, scrittura e quant’altro. È un fenomeno che tocca tutti i settori.

Che augurio ti senti di dare agli artisti per un anno migliore?

Come augurio a loro e a me stessa, di non mollare mai e credere sempre in se stessi, inoltre i sacrifici e la determinazione ti portano a comprare i palazzi le cui porte ti sono state chiuse in faccia, quindi mai demordere!

 

A Cura di: di Laura Gorini