IL POTERE DELLA STAMPA

E’ enorme e determinante sulla scelta dei popoli. Utilizzata sapientemente e con arte, distoglie, indirizza, convince.

Ci spieghiamo meglio, utilizzando flash di storia, quella più vicina a noi, di quella storia, attenzione, narrata dai vincitori, che spesso non rappresenta la verità su quanto realmente accaduto ma che ci viene propinata attraverso gli organi di informazione.

La manipolazione della “verità” è sovente usata a proprio tornaconto da chi detiene un “potere” in generale e politico in particolare.

Prima Guerra Mondiale, disfatta di Caporetto.

Tutto preannunciato. Noti da tempo i movimenti delle truppe Austriache e Germaniche precedenti l’attacco che rovinosamente portò l’Italia sull’orlo del collasso.

Non a caso anche oggi, per descrivere un accadimento rovinoso, di tipo economico, politico, sociale e personale si suol definire una “Caporetto”.

Le autorità, dai vertici militari e quelli politici, sapevano del movimento di grandi masse di truppe e di artiglieria che si stava concentrando al confine.

Battaglioni interi che venivano spostati dalla Germania e dall’Austria in zona d’operazione, truppe, cannoni, armi, vettovaglie e tutto ciò che serviva per una azione di guerra che esorbitava per quantità di concentramento, da un ipotetico contrattacco per la sola riconquista della “Baisizza” come invece si convinse il Cenerale Luigi Cadorna, Comandante supremo delle nostre truppe, ovvero di quel territorio da poco conquistato dall’Esercito Italiano con grande sacrificio di uomini e mezzi.

La nostra intelligence militare e non solo, era ben a conoscenza di questo e tanti erano i disertori austriaci che raccontarono nell’imminenza dell’attacco, con dovizia di particolari ai nostri militari dei servizi cosa stava accadendo dall’altra parte del confine e che certo non si tennero tali notizie per se.

Ma inezia assoluta (invito a seguire su youtube, Museo della Battaglia Vittorio Veneto ) con ordini vaghi di Cadorna eseguiti dai subalterni con scarso interesse o mai del tutto eseguiti. Poi l’attacco avvenne, poderoso utilizzando pure  i gas nervini che falcidiarono le nostre truppe e ci trovammo con Tedeschi e Austriaci a Udine pronti a invadere tutto lo stivale.

Una immane tragedia, quella di Caporetto che indussero il Gen. Cadorna, a scarico di ogni responsabilità a redigere un “Bollettino di Guerra” accusando i i semplici soldatini, pieni di pulci e pidocchi che stavano in trincea al freddo e alla fame, di “alto tradimento”.

Il Governo di Vittorio Emanuele Orlando fu sollecito a bloccare questo disonorevole Bollettino di Guerra e con saggezza e lungimiranza, utilizzò la stampa a scuotere e incitare gli animi alla riscossa omettendo ovviamente il citare minimamente al fallimento politico e militare legati alla disfatta di Caporetto.

La stampa incitò e infiammò gli animi degli italiani che invece di prendersela con il governo inetto e i vertici militari, girando la frittata, indirizzarono l’opinione pubblica verso un patriottismo a difesa dell’Italia e la Nazione intera con una ondata di sdegno così stimolata e indirizzata corse alle armi e fermò il “nemico” sul Piave.

Furono campagne di stampa martellanti e, a dismisura si utilizzarono per gli analfabeti soprattutto che all’epoca lo erano la maggior parte degli italiani, vignette pungenti e raccapriccianti che ritraevano gli italici invasori serpenti velenosi pronti a mordere.

E così fu. Il miracolo sul Piave avvenne ! La Grande Guerra fu vinta!

La stampa di questa vittoria , diamone atto, ne ebbe grande merito.

Seconda guerra mondiale: Perl Harbor.

Altro e forse più “loquace” esempio ci giunge dagli Stati Uniti d’America. Attacco a Pearl Harbor (7 dicembre 1941) detto, scritto e affermato e qualificato ancor oggi, “proditorio” , che determino’ l’ingresso in guerra degli USA e la conseguente capitolazione dell’Asse (Roma, Berlino, Tokyo) .

Fu davvero un attacco proditorio?

Ipotesi A.

No. Non fu un attacco proditorio la dichiarazione di guerra da parte del Giappone giunse regolarmente e per tempo alla presidenza Usa.

Tesi questa sostenuta da uomini di cultura, e scrittori americani e non solo. Quali sarebbero state allora le conseguenze prevedibili da parte dell’opinione pubblica dopo aver contato 2.400 morti a Pearl Harbor ?

Il popolo americano avrebbe tacciato il governo di Franklin Roosvelt quanto meno di incapacità, di dormienza, di non aver saputo disporre per tempo alcuna forma di difesa e di offesa per cui un vero e proprio uragano si sarebbe abbattuto sul governo inetto e sui vertici militari.

Non giunge pertanto peregrina avanzare l’ipotesi in questo caso delle dimissioni istantanee di Roosvelt e del suo governo e la depurazione di tutti i vertici militari.

L’America sarebbe entrata in guerra giocoforza ma non con lo spirito patriottico e smisurato come invece avvenne.

Ipotesi B.

Si. L’attacco fu proditorio.

Tutti gli Americani colpiti al cuore da una aggressione inaudita e violenta l’avrebbero fata pagare cara e amara a quelle canaglie delle orde giapponesi che avevano a tradimento e senza onore assaltato una base della marina Usa causando un disastro di immane portata.

Tutti entrarono in guerra con la volontà ferrea di farlo, da buoni patrioti , era un dovere fargliela pagare caro e amaro agli infidi giapponesi … compreso la giustificazione postuma delle due atomiche di Nagasaky e Hiroshima che assolse l’America dal genocidio di uomini e donne innocenti.

Il governo invece di essere massacrato dalla stampa e dall’opinione pubblica, fu plaudito e i vertici militari esaltati per l’eroismo dimostrato.

La Stampa questo raccontò agli americani, e fu scatenata una guerra “santa” e dalla parte del “giusto” .

Non aggiungiamo altro desiderando che, a dare risposta sul potere della stampa e organi di informazione capaci di smuovere e indirizzare la volontà popolare, sino a deviarne il corso, siate voi, gentili lettori .

A noi piace pensare che in questo “Bel Paese” si stia assistendo oggi ad atti, stavolta davvero proditori e sotto gli occhi di tutti, che stanno inducendo la stampa di tanti giornalai italiani al servizio del potere che abbondantemente e con soldi pubblici, li sovvenziona e non certo per una corretta informazione a servizio del del popolo sovrano ma, tendente a far passare per “normali” e pure “ineluttabili” tutte le angherie e sorprusi effettuati dai governi a discapito delle libertà individuali di questi ultimi due anni di emergenza sanitaria.

Guai a contraddire minimamente il “potere”.

Giù stangate a chi osa, isolamento del dissenso, manganellate, getti d’acqua a pressione con idranti, bombe lacrimogene , arresti di gente inerme, non dar parola agli scienziati non allineati fra cui premi Nobel improvvisamente rincoglioniti, interrompere nei dibattiti televisivi le comparse dei medici e uomini di cultura abnormemente definite con spregio “no vax”, eludere e calpestre la Costituzione e non solo.

E’ questa la democrazia che vogliamo per i nostri figli e nipoti?

Poniamoci allora quantomeno il dubbio!

Meditiamo su questo.

di Giuseppe Parisi

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Appendice e fonti:

Nota: da Wikipedia L’attacco di Pearl Harbor … avvenne alle prime luci dell’alba del 7 dicembre 1941, condotto da una flotta di portaerei della Marina imperiale giapponese contro la United States Pacific Fleet e le installazioni militari statunitensi di Pearl Harbor, sull’isola di Oahu, nell’arcipelago delle Hawaii.

L’operazione fu attuata in assenza della dichiarazione di guerra giapponese, che si riuscì a formalizzare soltanto ad attacco iniziato a causa di ritardi nella decrittazione del testo in codice da parte dell’ambasciata nipponica: l’attacco provocò l’ingresso nella seconda guerra mondiale degli Stati Uniti, dove si diffuse nell’opinione pubblica un forte sentimento di riprovazione e di odio verso il Giappone per quello che il presidente Franklin Delano Roosevelt definì, nel suo discorso alla nazione, come Day of infamy (“giorno dell’infamia”).

Nostra nota: ma fu davvero così? E mai possibile che una “guerra” venga comunicata all’ambasciata giapponese in Usa a poche ore di distanza dal suo scoccare? E perché non tempestivamente con corriere diplomatico? Una “guerra” inizia silente ? Zero preparativi ? Nessun concentramento di forze? Una flotta si concentra e si muove nel Pacifico verso0 l’isola di Oahu e nessuno sa nulla? WP “…tuttavia gli aerei giapponesi non poterono colpire le portaerei americane non presenti in porto al momento dell’attacco…” come mai non c’erano ?

Esiste ampia letteratura da parte di studiosi e scrittori americani e non solo che dicono altro su questo episodio della mancata dichiarazione.

E’ visionabile su you tube ottimi servizi di resoconto sul Museo della Battaglia Vittorio Veneto.

Libro: La Guerra e le false notizie di Mark Bloch