Il 21 febbraio 2023 a Catania durante un lungo giro di monumenti, il patron Antonio Omero ha premiato la scrittrice internazionale Melinda Miceli come testimonial del Premio essere siciliani, patrocinato dalla Regione Siciliana con la seguente motivazione : “Per il suo importante impegno culturale in Sicilia, e per la sua specialistica attività come critica d’arte”. Antonio Omero patron del Premio Essere siciliani, così si è espresso: “La scelta è ricaduta sulla scrittrice Melinda Miceli definita scrittrice colta e dannunziana perché esponente di lustro della cultura siciliana nel mondo attraverso i suoi saggi storici, didattici e multidisciplinari, articoli, studi e reportage sul territorio e le sue origini, romanzi pubblicati anche in Spagna, atti a veicolare la nostra immagine nel mondo. La sua vita mi appare come la missione di un aedo culturale, nella quale l’attività di critico d’arte eccelle per la valorizzazione di talenti e la veicolazione dei loro nomi, una missione che ci ricorda il nostro territorio fatto di bellezza, storia, identità unica. Melinda era già stata Premio Donna Siciliana 2015, 16, 17, le sue pubblicazioni sono riconosciute da tantissimi premi e onorificenze uniche che la rendono una punta di diamante della nostra terra”.
Così si è espressa Melinda Miceli: “Ringrazio il Patron Antonio Omero per questo inaspettato onore che mi conferisce oggi e ritengo sia veramente lodevole la sua attività di valorizzazione dei talenti siciliani in ogni settore attraverso l’opera professionale di Comunicazione Globale, Premio Uomo Siciliano e Premio Donna siciliana. L’identità è un meccanismo culturale sofisticato e delicato che interessa la nostra isola a 360 gradi, a partire dal mito, dalla filosofia greca, dalle dominazioni subite, dai personaggi che hanno dato all’ Italia il suo grande volto. Ricordiamo Notaro Jacopo e Riccardo da Lentini alla corte di Federico II, lo Stupor Mundi, i castelli, i laghi, la stupenda orografia e idrografia isolana, le saline, l’arte di Antonello da Messina, Bernardino Niger, la scultura del Serpotta, le città Unesco disseminate di architettura barocca, il profilo innevato del gigante Etna, le peculiarità dialettali, l’artigianato, l’opra dei pupi, simbolo dell’anima sicula e specchio del suo tempo e del suo sentire. La sicilianità nasce dalle stratificazioni storiche e dal passaggio denso di molte influenze culturali: punica, greca, romana, bizantina, araba, normanna, sveva, francese, spagnola e poi italiana, che hanno inciso sul carattere e la mentalità dei siciliani determinando aspetti identitari forti rispetto alla restante parte d’Italia. Non a caso Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel romanzo Il Gattopardo sostiene che il siciliano è inalterabile e refrattario alla storia. La Sicilia – è il pensiero dello scrittore – è destinata a rimanere così com’è, senza che in essa si possano verificare cambiamenti. Il protagonista del Gattopardo, Il Principe Salina, esprime tutto il disincanto che aleggia nel romanzo in una sola frase:
«Tutto questo non dovrebbe poter durare; però durerà, sempre; il sempre umano, beninteso, un secolo, due secoli …; e dopo sarà diverso, ma peggiore. Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra».
Questo premio mi è particolarmente caro in quanto mi permette di esprimere e tramandare l’infinito Amore per la mia isola, un caleidoscopio culturale unico dove un microcosmo di tradizioni, storia e arte, hanno stregato e stregheranno chiunque calpesti la Tronacria posta al centro del Mediterraneo”.
Cav. Martino Sgalambro