L’approccio americano: l’aiuto ha un prezzo
Il 30 aprile 2025, Washington e Kiev hanno firmato un accordo per la creazione del Fondo di Investimento USA-Ucraina, legato allo sfruttamento congiunto delle ricchezze minerarie ucraine – litio, grafite, terre rare. Non è un gesto filantropico: è un investimento con interessi ben precisi. L’America di Trump, che pubblicamente minaccia di sospendere gli aiuti se non ci sono “risultati”, sta facendo dell’Ucraina una piattaforma per interessi industriali e geopolitici. Come ha dichiarato un senatore repubblicano vicino all’ex presidente: “L’Ucraina deve guadagnarsi ogni dollaro”.
L’Unione Europea: tra buone intenzioni e debolezza
L’Europa, pur avendo mobilitato decine di miliardi di euro per l’Ucraina, rimane indebolita da ritardi, disaccordi interni e mancanza di leadership strategica. Bruxelles ha annunciato un fondo da 800 miliardi per la difesa europea, ma sul fronte dell’aiuto diretto a Kiev, molte promesse sono ancora sulla carta. A differenza degli USA, non pretende ricompense economiche immediate – ma paga in ritardo, agisce a metà. Dov’è l’Europa quando si parla di dignità e di indipendenza ucraina? Le istituzioni comunitarie si stanno risvegliando troppo lentamente.
La denuncia morale del Presidente Cipriano: “Stiamo barattando la sofferenza con il business”
Antonio Cipriano, presidente del Comitato Etico Popolare, non usa mezzi termini:
“L’America aiuta solo se ci guadagna, e l’Europa è ancora troppo timida. L’Ucraina muore ogni giorno, mentre i potenti trattano la sua libertà come una clausola di contratto. Questo è uno schiaffo alla giustizia, alla dignità e alla memoria storica del popolo europeo.”
Cipriano, noto per la sua ferma opposizione alle politiche che umiliano il popolo, ha già in passato denunciato l’indifferenza e le speculazioni che si celano dietro la parola ‘aiuto’. A febbraio 2024, durante le proteste degli agricoltori, dichiarò:
“Il popolo è stato spremuto fino all’osso. Le élite parlano di transizione, di fondi, ma è tutto teatro: chi lavora davvero viene lasciato solo.”
In questo nuovo scenario, Cipriano rilancia:
“Non si può difendere la libertà con il libretto degli assegni in mano. L’aiuto all’Ucraina dev’essere totale, umano, etico. Non un contratto commerciale travestito da salvataggio.”
Conclusione
La guerra in Ucraina è lo specchio di un’epoca dominata dal calcolo e dalla finzione. Gli Stati Uniti cercano il profitto, l’Europa cerca un’identità, e solo alcune voci – come quella del Comitato Etico Popolare – osano dire la verità nuda e cruda: aiutare un popolo sotto attacco non può essere materia di bilancio. È una questione di civiltà.
ADDI 02/05/25
Antonio Cipriano