Per il periodico Informa Sicilia, di Desirèe Proietti
Ai nostri più attenti lettori non sfugge il fatto che, parlando di Halloween, nella nostra ricerca, abbiamo riscoperto un significato profondamente cristiano in una ricorrenza prettamente pagana. In uguale modo, indagando sul Natale, oggi, abbiamo rinvenuto elementi strettamente pagani in una festività quanto mai accettata come simbolo internazionale della Cristianità .
Da dove ha origine il Natale? Dalla Bibbia o dal paganesimo? E tutti i tradizionali elementi ad esso connessi ( Babbo Natale, l’albero , i regali), a che cosa fanno capo?
Nel 1990 è stato dimostrato ufficialmente che il Natale sia una tradizione universale, ovvero “secolare”, non facente necessariamente parte di un religione ben precisa, ma che appartenga a molte culture anche diverse tra loro. I genitori degli alunni di una scuola dell’Ohio, infatti, portarono in tribunale ( e vinsero la causa) il direttivo, che aveva vietato festeggiamenti ed allestimenti in occasione del Natale, ritenendo questa ricorrenza come violazione della separazione tra Stato e Chiesa.
Secondo un articolo del giornale americano The Buffalo News del 1984, il primo riferimento certo a questa festa, datata il 25 dicembre, si ebbe nel II sec. d.C. durante i Saturnalia Romani, festa del raccolto che segna il solstizio d’inverno , ovvero il “ritorno del sole”, e che onorava il dio dell’agricoltura Saturno.. Fu allora che i primi cristiani svilupparono il Natale come mezzo per sostituire l’adorazione del Sole (inglese SUN) con l’adorazione del Figlio (inglese SON).
Diventato il Cristianesimo , dopo il 529 d.C., religione ufficiale dell’Impero Romano, l’Imperatore Giustiniano fece del Natale una festa anche civile, la quale giunge fino a noi dopo secoli di passaggi evolutivi e piccole metamorfosi.
Uno dei primi scrittori cattolici, Origene ammise :”nelle Scritture nessuno è ricordato per aver tenuto una festa…il giorno del suo compleanno. Sono solo peccatori coloro che fanno una grande gioia del giorno in cui sono venuti in questo mondo”. Tutto questo per dire quanto fosse mai pagana l’idea di festeggiare la nascita. Nel II sec. d.C. , infatti, la prima Chiesa cristiana in genere celebrava solo la morte delle persone importanti.
Considerando che il Natale non sia un comandamento, ma , come osservato, una festa nata da tradizioni pagane, oggi, dunque, la giustificazione più comune che si da al riguardo è che esso abbia sostituito le usanze pagane, concentrando l’attenzione degli uomini su Cristo. Sempre per onor del vero, tuttavia, citiamo lo stesso Gesù, il quale, in Matteo 15:9 dice:” e invano mi rendono un culto, insegnando dottrine che sono comandamenti di uomini”. Ignorando, quindi, persino il punto di vista dello stesso festeggiato, oggi, si celebra ovunque la natività il 25 dicembre.
Fu davvero il 25 dicembre la data di nascita di Gesù?
I più eruditi e dotti studiosi hanno ricercato, scavando nei testamenti e tra le fonti scritte, sperando di arrivare , anche se solo in accenno, alla data di nascita del Salvatore, ma invano. Il vangelo di Luca 2:8 spiega che al momento del suo nascere , “i pastori dimorano all’aperto “. In questa area del mondo era praticamente impossibile per i pastori stare all’aperto con il gregge a causa del freddo e della pioggia invernali. Assodato che Gesù non potesse essere nato in inverno (ma più probabilmente in autunno), risulta incongruente mantenere il 25 dicembre come giorno da celebrare . Perché allora da secoli si sostiene tale data?
Semplicemente questa venne scelta poiché coincidente con la festa pagana dei Saturnalia, tradizione tra le più popolari e sentite dell’epoca , e con la nascita di Mitra, il sole della giustizia. Infine, nel V sec. d.C., la Chiesa stessa ordinò i festeggiamenti del Natale in coincidenza dei riti Mitraici, ovvero alla chiusura dei Saturnalia e all’annunciare del Sol Invictus, poiché non si conosceva data certa della nascita del Redentore. Caratteristiche di questo periodo erano, appunto, le decorazioni con luci e i regali ai bambini e ai poveri. Se a tutto ciò aggiungiamo un pizzico della tradizione e dei riti Germanici e Celtici, i quali amavano allestire in inverno banchetti di buon cibo, alberi addobbati, fuochi e luci, il gioco è fatto!
E che dire del barbuto omone che elargisce doni ai bimbi?
Strettamente collegato al festeggiamento della nascita del “pargol divin”, oggi è più che celebre la figura di Babbo Natale, alias Santa Claus. Il nome “Santa” era molto diffuso anticamente in Asia Minore, dove si idolatrava Nimrod o Santa, ovvero il dio del fuoco che scendeva dal camino degli antichi pagani. Egli non era altri se non lo stesso dio pagano a cui venivano sacrificati in età arcaica i bambini, bruciandoli e immolandoli nelle mani del “Cohen -Baal “, cioè il sacerdote di Baal, altro nome di Nimrod-il dio distruttore. Simili sacrifici venivano eseguiti anche tra i Celti dai Druidi, tribù pagane nordiche che usavano bivaccare tra i boschi, prediligendo le radure sotto grandi alberi di quercia. Con evidenti salti letterali, oggi, il nome di Santa Claus lo si fa derivare dall’inglese San Nicholas, che, analizzato contestualmente, non fa altro che capo ai “Nicolaiti” (nikos=distruttore e laos=popolo), ovvero ai seguaci di Nimrod-il distruttore.
Vogliamo poi parlare dei regali?
Nonostante Matteo nel suo vangelo descriva l’adorazione dei Magi e l’offerta di tesori al Re-Bambino (oro, incenso mirra), è errato associare questo gesto al ben più comune scambio collettivo di regali. Nessun leader dell’Oriente , all’epoca , avrebbe fatto visita ad un reale a mani vuote!
Infine l’albero : qual è la sua “radice” vera?
Tutti sanno che il moderno e diffusissimo abete addobbato di luci, filanti e sfere abbia origine in Germania. Ma, andando molto più indietro nel tempo, è utile citare una credenza babilonese enfatizzata in una vecchia storia popolare: essa racconta di un albero sempreverde germogliato da un ceppo morto, considerato sacro, simbolo nientemeno dello stesso Nimrod, appunto. Sacro come la quercia per i Druidi, la palma per gli Egizi e per l’antica Roma l’abete decorato di bacche rosse durante i saturnali.
Perdonateci se abbiamo un po’ demitizzato questa celeberrima e sentitissima tradizione. Siamo i primi, a nostra discolpa, ad ammettere di aver atteso da piccoli (e a volte anche da adulti) suoni di campanelli e scroscio di zoccoli la notte magica del Natale, inebriati dal profumo dello zucchero a velo dei pandoro e dai soavi canti rivolti in onore del Bambino.
Buone Feste!
Desirèe Proietti