I – E – N – I

Buongiorno Lettori, strano titolo vero?

Sicuramente penserete che Pensieri Rumorosi sono ancora più confusi del solito…

Dunque cominciamo spiegando che “I – E – N – I”, è un acronimo di:

I = Israele;
E = E.N.I. che non è l’acronimo di Ente Nazionale Israele…ma Ente Nazionale Idrocarburi;
N = Netanyahu;
I = Iran.

Questi Pensieri Rumorosi si insinuano dappertutto!

I = Ci domandiamo come ha fatto Israele prima delle guerre di oggi, a diventare una delle maggiori potenze del Medio Oriente…

Sapete, esiste un documento ONU che descrive come Blackrock e Vanguard sono in cima ai sostenitori economici della feroce pulizia etnica Israeliana in Palestina e mostra come questo genocidio perpetrato sia effettivamente redditizio per molti e soprattutto per i produttori di armi e per le grandi aziende tecnologiche.

A tutto questo esistono anche delle risposte e sapete perché?

Ma perché ad una offerta così grande esiste anche una grande richiesta di produzione e siccome tutto succede senza nessuna supervisione e soprattutto nessuno che si prenda le proprie responsabilità, gli investitori e le istituzioni pubbliche e private, ne traggono grande profitto.

Di conseguenza grandi aziende multinazionali rimangono legate finanziariamente come dentro una tela di ragno, all’apartheid e al militarismo israeliano.

Se poi parliamo delle principali banche globali che hanno sottoscritto titoli del Tesoro israeliani che hanno finanziato il finimondo, compresi i grandi fondi sovrani e pensionistici che hanno investito in titoli pubblici e risparmi privati nell’economia genocida, ecco che cominciamo a trovare la quadra.

Le aziende produttrici di armi hanno avuto dei profitti da record e per di più hanno dotato Israele di armamenti all’avanguardia, aiutando a devastare una popolazione indifesa; se guardiamo invece la situazione edilizia capiamo che ruolo ha avuto nel radere al suolo Gaza e di fatto impedendo il ritorno e la ricostruzione della vita palestinese.

I vari conglomerati minerari ed energetici estrattivi che dovevano servire per l’uso civile in Iran, hanno di fatto alimentato invece le infrastrutture militari ed energetiche di Israele e tutto questo per creare condizioni di vita disastrose per la popolazione palestinese.

E = Ente Nazionale Idrocarburi è un’azienda multinazionale fondata nel 1953 a Roma come ente pubblico economico, il presidente allora era Enrico Mattei rimasto in carica fino al 1962 data della sua morte, nel 1992 fu convertita in S.p.A.

Adesso sicuramente vi chiederete chi sono gli azionisti principali dell’Eni, tranquilli qualcosa è rimasto nelle mani dello Stato Italiano e per chi non lo sapesse sono:
Cassa depositi e prestiti 28,503%;
Ministero dell’Economia e delle Finanze 1,997%, tra l’altro azionista di controllo;
Per una partecipazione statale del 30,5%.

Tutti sappiamo che il settore dell’ENI è l’energia e che i prodotti sono: Petroli, Gas naturale, Energia elettrica, Lubrificanti.

Il Fatturato del 2024 è stato di 88,80 miliardi di euro ed ha chiuso addirittura con un Utile Netto pari a 2,62 miliardi di euro.

N = Netanyahu, tutti sappiamo chi è…ricordate il nostro articolo del 1° luglio scorso? Avevamo discusso di Israele e del suo primo ministro Netanyahu e del suo modo di non essere affatto un capo democratico, ma al contrario guerrafondaio e genocida nei confronti dell’Iran e dei Palestinesi.

I = IRAN, è una Repubblica Islamica presidenziale, con sistema parlamentare con governo Teocratico e viene riconosciuto come uno Stato di terroristi.

L’Iran è il quarto paese al mondo per riserve petrolifere dopo il Venezuela, l’Arabia Saudita e il Canada, si stima che il sottosuolo contenga immense risorse di gas naturale e nella produzione il paese è al terzo posto mondiale, dietro gli Stati Uniti e la Russia.

Adesso siamo sicuri che vi state domandando il perché di questa mini lezione di storia!

Cercheremo di spiegarvi cosa succede ai danni dello Stato di terroristi e cioè l’Iran, eccoci giunti al punto cruciale…dunque abbiamo accennato agli immensi giacimenti di gas naturale noto come Gaza Marine scoperto nel 1999, nella Striscia di Gaza da una joint venture che includeva la British Gas e il Fondo di Investimento della Palestina, una scoperta enorme che includeva oltre 30 miliardi di metri cubi di gas, una ricchezza capace di garantire indipendenza energetica, sviluppo economico e miliardi di dollari per ospedali, scuole, infrastrutture per un popolo sotto assedio, poteva essere finalmente “la svolta”.

Ma Israele, la potenza occupante ha imposto il divieto, impedito lo sviluppo e bloccato le trivellazioni, dichiarando che nessun gas può essere estratto senza il suo diritto…ma il Diritto Internazionale non riconosce affatto questo divieto, anzi le Nazioni Unite con la Risoluzione 1803, affermano in modo inequivocabile che ogni popolo ha il diritto sovrano e inalienabile di disporre liberamente delle proprio ricchezze e risorse naturali anche sotto occupazione, è la stessa ONU, nella Convenzione sul Diritto del Mare a riconoscere che le acque in cui si trova Gaza Marine appartengono alla zona economica esclusiva palestinese, eppure Israele continua a comportarsi da padrone e adesso nel silenzio più totale addirittura firma un accordo con ENI, azienda Italiana a partecipazione pubblica e con una compagnia Egiziana per sfruttare quel gas che non gli appartiene, fingendosi padrone e agendo senza autorizzazione dell’Autorità Nazionale Palestinese, senza alcun passaggio legittimo e senza nessuna voce critica del Governo Italiano che lascia che un’azienda pubblica firmi un contratto ultra miliardario, con una potenza occupante un accordo che rappresenta una violazione della Quarta Convenzione di Ginevra, la quale vieta categoricamente allo Stato occupante di disporre delle risorse del territorio occupato e nel frattempo i Palestinesi continuano a vivere nell’oscurità, tra blackout quotidiani, distruzioni, disoccupazione e povertà forzata, mentre Israele continua ad arricchirsi.

La domanda è: ma l’ENI, non è un’azienda italiana a partecipazione Statale, non dovrebbe rispondere al Parlamento, ai cittadini?
Come mai firma accordi con uno Stato occupante che non è padrone del prodotto da estrarre?

Ma come tutti sappiamo a noi poveri mortali non è dovuta una risposta, perché se al Governo sta bene così, così si farà e in silenzio come se nulla fosse e per di più si deve ignorare questo furto giornaliero a cielo aperto, che si consuma ogni giorno nel Mar Mediterraneo.

Di tutto questo di cui abbiamo discusso ci sono le fonti, non ci siamo inventati nulla, basta solo cercarle, la World Bank ha confermato che Gaza Marine avrebbe potuto rendere i Palestinesi autosufficienti già vent’anni fa, il Guardian, Al Jazeera, The New Arab, Middle East Monitor, hanno documentato l’accordo firmato nel 2023 da Israele ed ENI con EGAS, senza alcun coinvolgimento palestinese.

Le risoluzioni ONU sono pubbliche, gli accordi di Ginevra sono chiari e quindi tutto questo silenzio?

Adesso ci viene naturale porgere una domanda: ma come mai lo Stato Italiano e la sua Cassa Depositi e Prestiti quando un povero cristo italiano chiede di essere aiutato con un prestito, per tirare a lavorare e continuare a portare un tozzo di pane a tavola, deve dimostrare di non essere un delinquente e quindi disposto a farsi sequestrare anche le mutande pur di dimostrare di pagare, e invece sempre lo “STATO ITALIANO e LA SUA CASSA DEPOSITI E PRESTITI”, lasciano che l’ENI faccia accordi con chi saccheggia e bombarda ogni giorno uno Stato occupato?
Vi chiediamo scusa forse abbiamo sbagliato titolo, dovevamo intitolare l’articolo “IENE”

Catania, 11 Luglio 2025

                                    Pensieri Rumorosi

 

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