EDITORIALE NOVEMBRE

 

Una riflessione è oblige nobless avrebbero detto i nostri avi. Ma certo che è pure una santa verità. Nella nostra vita, nella vita di ciascuno di noi, ci sono momenti in cui bisogna pur tirare le somme. Sia su ciò che si è seminato, sia su ciò che si vuole ancora fare e, soprattutto se, si vuole fare.

Ci sono momenti di stanchezza e l’uomo, da che mondo è mondo si pone allora degli interrogativi cercando spesso delle risposte altrove, lontano, addosando colpe e responsabilità  a questo e quello,  mentre invece esse, le risposte dico, sono molto vicine a noi, anzi diciamo che sono dentro di noi.

Ecco, in questo mese di Novembre  che ci porterà a breve al nuovo anno, è avvenuta una ricorrenza di estrema inportanza… la “festa dei morti “.

In Sicilia, da noi qui nella nostra zona del triangolo, Lentini, Carlentini e Francofonte, la chiamimo festa e la notte del 2 Novembre, per atavica tradizione, i nostri padri, le nostre famiglie ci facevano trovare al nostro risveglio, la tavola da pranzo, piena inbandita di dolcetti e chi poteva anche di giocattoli. Il tutto per non rattristare noi piccole anime innocenti che con i nonni,  aspettavamo il rientro dei nostri, dal Cimitero.

Che grossa parola il cimitero… mai stato da bambino in un cimitero… e quando qualcuno spariva per sempre i miei dicevano che era andato a fare un lungo viaggio lassù nel cielo.

Non volevano farci piangere e ricordare figure a noi care che ci avrebbero indotto inevitabilmente a piangere. Già,  loro, i nostri Papa e Mamma altro che genitore 1 e 2, avevano sofferto le atrocità di una guerra, avevano visto fratelli amici partire e partire loro stessi, e, al ritorno trovarsi con tanti amici e parenti in meno.

Loro i nostri genitori non volevano farci soffrire e così facevano di tutto, almeno il giorno dei morti, di  tenerci allegri, perchè la morte fa parte della vita ma si deve capire questo nei tempi e momenti giusti, no da bambini.

Perchè  tutta queste tirirtera, amici lettori? E’ presto detto! Vi ricordate Papa Roncalli, Giovanni XXIII… “stasera quando ritornerete  a casa date un bacio ai   vostri  bambini, e dite loro che è un bacio che manda il Papa…

Ecco, questo è il messaggio… in queto periodo di lutti, di scontri, di guerre, di violenza, Voi genitori proteggete ed amate la vostra prole, amate e teneta stretta la vostra famiglia.

L’amore salva tutto ! Non odiate nessuno, comportatevi da persone oneste e laboriose, perchè un giorno ci troveremo tutti li, al Cimitero… ma no come visitatori ma proprio come attori primi protagonisti.

Meditate gente, meditate.

Vostro Giuseppe Parisi