LA MUTAZIONE DEL DNA NELLA SINISTRA (riflessioni di Jacopo Da Lentini)

Ascoltando un discorso in merito all’attuale politica economica europeista  ci eravamo per un attimo illusi che fosse uno dei soliti esponenti di centro destra se non addirittura uno di estrema destra ad essere così fortemente critico e a tratti propio furibondo verso la politica neoliberista che di fatto ha cancellato  buona parte della borghesia e appiattito ed impoverito la classe operaia
ma alzando gli occhi al video e scoprire che a farlo era un esponente della sinistra come Marco Rizzo, ci ha lasciati esterrefatti. Già perché mai uno di sinistra è così arrabbiato e contro le politiche ordolibereste del turbo mondialismo sfrenato?
Allora qui è  accaduto qualcosa di importante, perché  il pensiero marxista tanto caro alla sinistra fosse stato abbandonato dalla nuova sinistra che potremmo definire ordolibersta.  Come mai uno come Marco Rizzo, che non è  né uno sprovveduto né tantomeno uno dalle idee di destra, ma al contempo non è un politico che non solo non ha abbandonato il pensiero di max e della lotta di classe,e nemmeno uno a cui gli si sia modificato il DNA  politico, perché lui riesce a vedere oltre, non credendo che le liberazzazioni e le privatizzazioni possano essere la soluzione al debito pubblico e allo svolgimento regolare della vita di una nazione  e al suo sviluppo economico? Quindi cos’è accaduto alla sinistra? Di quale sinistra stiamo parlando direte voi, di una sinistra che forse non esiste più, la stessa che si è modificata nel DNA politico  portando al macello sociale  milioni di operai italiani, la stessa che dopo essersi modificata ritiene come illuminante il neoliberismo del turbomondialismo? Pensieri politico filosofici, oppure aforismi di comodo che possano giustificare le ascese da piccoli imprenditori speculativi  già in anni in cui il neoliberismo era solo una nuvola passeggera in un limpido cielo azzurro?
Viene da pensare infatti, per poi chiedersi: ma negli anni 70 , quegli anni funestati dal terrorismo bipartisan, c’era sul serio chi tra un incarico e l’altro non pensava a suo modo di trarne vantaggio attuando in via sperimentale la liberalizzazione della cosa pubblica?
Probabilmente si, e viene anche da pensare se le ascese e i compromessi che videro l’avvicinamento della DC al PCI  tramite la politica di Moro, non abbiano dato il via alla conquista dei posti di potere che oggi giorno sono venuti tutti allo scoperto? E si perché già allora iniziavano le occupazioni  o per incarico o per vittoria elettorale, ma tutto con lo scopo di offrire (dietro compenso di tornaconto ) i propi servigi.
Ci fu chi investì in immobili e trovò illuminante darle in fitto come uffici istituzionali,  chi trovò più consono mettere le proprie pedine nelle sedi di potere giudiziario ( e il caso Palamara ne è la prova) insomma sembra (col senno di poi) che i comunisti o meglio ex comunisti geneticamente modificati , abbiano lasciato la filosofia della lotta di classe e in parte quella della proprietà  privata. portando così avanti le politiche del neoliberismo del turbo mondialismo non solo per interesse personale e mascherato da bene per la res pubblica, ma persino ad imporre un pensiero unico tanto caro alle élite dominanti, a cui nemmeno certi direttori di giornali (del vomitevole ed ipocrita  politicamente corretto) fanno ormai mistero.
Servi delle elite turbo mondialiste dunque,  tanto da tifare indiscriminatamente e ciecamente contro la stessa nazione di appartenenza? 

Jacopo Da Lentini

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