“Le sue opere mostrano un evidente riferimento all’impressionismo, per le armonie delle sfumature cromatiche, a pittori come Picasso, Mirò e Kandynsky, per il movimento delle pennellate e la carica delle cromie. I soggetti dei suoi dipinti variano dalle nature morte, ai paesaggi e alle libere espressioni, caratteristiche, quest’ultimi dell’action painting.
Nei suoi astratti sembra seguire un ritmo musicale dove la destrutturazione dell’imago si scompone in frammenti che imitano i grandi fenomeni della natura, la rigenerazione ma anche il suo grande perimetro interiore. All’interno di questa cifra stilistica e del suo incisivo segno, si nota ancora l’anima della pittura figurativa laddove su trame solari e liriche, appare un fiore, una foglia, ben tratteggiati, a riprova della sua sensibilità verso la natura e della sua abilità nel disegno. Tra apocalittici e scomposizione, le tecniche materiche e miste, conferiscono alle sue tele lievi trasparenze eteriche che permettono di osservare i fondali marini, coralli e mondi perduti dove l’osservatore viene attirato per ammirare il sogno degli albori del nostro pianeta e della sua forza primigenia. Marco Troia ha esposto anche alla Biennale di Venezia e ha ottenuto a cura di “Charm of Art” il premio Gogò. Le sue opere sono state esposte presso importanti gallerie, Palazzo Zenobi Venezia, Comune e Regione di Palermo, in Italia e all’estero e sono un essenziale veicolo espressivo dell’artista che ultimamente si è avvicinato all’arte della poesia attraverso i suoi frequenti studi umanistici “.
Cav. Martino Sgalambro