La Sicilia fu laboratorio visionario dell’Avanguardia di Filippo Tommaso Marinetti.
L’apporto peculiare che l’isola seppe offrire a uno dei movimenti più rivoluzionari del Novecento ci invita a guardare con occhi nuovi non solo ai grandi maestri, ma anche a coloro che, nelle pieghe della storia, hanno lasciato un’impronta tanto discreta quanto indelebile.
Il Centro Espositivo Antiquarium di Centuripe, tra Enna e Catania, ospita fino al 4 novembre 2025 la mostra “Futurismo e Futuristi Siciliani. Balla, Boccioni, Depero incontrano D’Anna, Corona, Rizzo e gli altri maestri dell’isola”, a cura di Simona Bartolena. Un’esposizione raffinata e ambiziosa che intende far luce su un capitolo ancora poco esplorato del Futurismo italiano, la sua declinazione e fioritura in terra siciliana.
Promossa dal Comune di Centuripe, in collaborazione con Vidi Srl e con il contributo dell’Assessorato ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, la mostra rappresenta un’importante occasione per riflettere sul Futurismo da una prospettiva decentralizzata ma con un focus altamente impattante.
Benché storicamente “marginalizzato” il Futurismo siciliano, insulare, tra sperimentazione e radicamento, fu un fenomeno vivace e significativo, in grado di trasformare l’isola in una vera e propria fucina sperimentale dell’Avanguardia marinettiana. A cavallo tra gli anni Venti e Trenta, artisti come Pippo Rizzo, Giulio D’Anna e Vittorio Corona contribuirono con originalità allo sviluppo del linguaggio futurista, talvolta preferendo la permanenza nell’isola alla visibilità nazionale, segno di un legame profondo con le radici culturali locali.ù
In mostra circa 40 opere, provenienti da importanti collezioni italiane, che tracciano un articolato itinerario attraverso i diversi momenti e volti del Futurismo. Accanto ai grandi protagonisti come Giacomo Balla, Umberto Boccioni e Fortunato Depero, emergono figure meno note ma di grande spessore creativo, come Roberto Iras Baldessari e i già citati esponenti siciliani. Particolare attenzione è riservata anche alle opere realizzate in Sicilia su committenza locale, a testimonianza dell’incidenza concreta del movimento sul tessuto culturale dell’isola.
L’esposizione si articola in sezioni tematiche che permettono di comprendere l’evoluzione stilistica e concettuale del Futurismo.
Le origini: con i capolavori dei fondatori e il manifesto su Le Figaro (1909), in cui Marinetti lancia l’invettiva contro il passatismo.Tendenze astratte: esplora l’introduzione di elementi non figurativi nell’arte futurista italiana, spesso sottovalutata rispetto al contesto europeo.
Velocità, dinamismo, simultaneità: concetti chiave della pittura futurista, che rompe con la prospettiva rinascimentale per privilegiare forme scomposte, linee-forza e la moltiplicazione dei punti di vista.
L’universo futurista cuore della mostra, racconta la contaminazione del movimento con altre discipline, teatro, musica, pubblicità, design, secondo il celebre Manifesto della ricostruzione futurista dell’universo (1915).
La maturità del movimento si esprime in nuove direzioni estetiche, come il mito del volo (Aeropittura) e una tensione metafisica verso l’infinito (Futurismo Cosmico), con protagonisti quali Tullio Crali, Gerardo Dottori, Fillia e Thayaht.
Dal punto di vista tecnico, la pittura futurista si caratterizza per linee-forza che indicano energia e movimento;, scomposizione volumetrica ispirata al Cubismo, ma orientata al dinamismo piuttosto che alla staticità analitica, colori puri e contrastanti, spesso accesi, per accentuare l’impatto visivo e il senso di accelerazione.
Altresi’ compenetrazione simultanea dei piani, per rappresentare più momenti in un’unica visione, tecniche miste e uso di materiali non convenzionali, soprattutto nelle opere legate all’arte applicata e alla pubblicità.
L’ultima stagione del Futurismo, spesso oscurata dalla storiografia ufficiale, merita una rivalutazione per la sua complessa relazione con il contesto politico dell’epoca. Il Futurismo degli anni Trenta, pur non essendo più all’avanguardia come nella sua fase eroica, si dimostra capace di rinnovarsi, di contaminarsi e di sopravvivere al mutamento dei gusti e degli orientamenti ufficiali.
Dott.ssa Melinda Miceli Critico d’arte