Per il periodico Informa Sicilia di Antonino Risuglia *** *** ***
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L’Associazione “Dueppiù per la città che vorrei” del Presidente Sergio Pillitteri, coadiuvato dal Consiglio Direttivo, con in prima linea il Segretario Pino Cultrera, ha promosso, organizzato e tenuto nella chiesa di s. Tommaso di Siracusa, una Conferenza sulla Lettera enciclica di papa Francesco, Laudato si’.
Prima di rendere conto dello svolgimento della serata, sentiamo la necessità di esprimere due considerazioni sulla massiccia e intensa attività di questa associazione, su tematiche che vanno dal “leggero” all’impegnato, come è accaduto ieri sera.
Abbiamo constatato come tutte le iniziative da essa assunte sono state caratterizzate da un atteggiamento soffuso di etica e mai si sono svolte “contro” qualcuno o qualcosa; a ciò va aggiunto il fatto che essa ha promosso delle specifiche azioni che impattano con la Cultura, operando in ciò anche con l’Associazione “Turiddu Bella, che persegue obiettivi di conservazione e diffusione del patrimonio specifico della cultura locale.
Continuando su questa strada ove i tre elementi: etica, discrezione e cultura, saranno i motivi conduttori, è facile auspicare il conseguimento e lo sviluppo di un prestigio che, in una realtà pervasa da disvalori, possano risultare di facile coagulo per chi intende spendersi per costruire qualcosa di positivo, valido e duraturo.
Torniamo alla Conferenza di ieri sera, indetta per le ore 18,00 ed iniziata col solito ritardo accademico (giova a qualcuno tale ritardo se non ad alimentare una cattiva consuetudine e a mortificare chi si reca nel luogo convenuto all’ora indicata? Ma qui siamo alle nostre personali paturnie).
Eccezionali l’autore dell’Enciclica, papa Francesco; eccezionale il contenuto del suo scritto; di livello adeguato all’uno ed all’altro il moderatore giornalista Carmelo Miduri e i relatori mons. Giuseppe Greco, Giancarlo Bellina e Paolo Uccello, tre autorevoli e colti rappresentanti della nostra realtà nelle sue varie sfaccettature; adeguato e numeroso il pubblico, variegato e anagraficamente trasversale, con presenze cha hanno abbracciato dagli adolescenti agli anziani.
Ha aperto i lavori Carmelo Miduri, che ha proposto, col suo consueto apporto di preparazione professionale, una panoramica sul testo in esame tale da suscitare appropriate domande ai tre relatori.
È stato mons. Greco il primo a entrare nello specifico dell’Enciclica con l’evidenziarne dei tratti che lo hanno maggiormente colpito: l’invito del Pontefice alla Responsabilità verso il prossimo e verso il creato, rivolto alla collettività e a ogni suo singolo componente; la rappresentazione di un tipo di mondo da trasmettere; la definizione dell’uomo come custode del creato; il grido che giunge dalla terra attraverso i poveri e gli ultimi.
È seguito l’intervento di G. Bellina, che ha proposto un approccio laico, con ciò individuando nel testo in esame un invito sistemico al pragmatismo e all’universalità che tenda alla sostenibilità degli interventi umani. A supporto del suoi dire ha citato dei dati che mettono in risalto come l’umanità di oggi consumi in un anno l’equivalente di quanto potrebbe bastare alle necessità da soddisfare in 1,4 anni. Se consideriamo tale valore complessivo e le diseguaglianze che si registrano nei consumi, ne consegue che c’è chi consuma molto di più del necessario e chi è privo dell’indispensabile.
Verso gli anni 2050, le proiezioni si attestano sul consumo annuo di due pianeti per anno!
P. Uccello, col taglio che gli è consueto per la sua cultura di Naturalista ed Etno-antropologo ha esaltato l’insostituibile valore della biodiversità, affinché essa, piuttosto che negletta, vada coltivata e alimentata. Nel fare ciò l’uomo deve assumere un atteggiamento di umiltà nei confronti del creato nel suo complesso; umiltà che significa presa di coscienza dell’importanza di ogni creatura, con l’utilità e la sensibilità che essa è in grado di esprimere. A proposito di sensibilità, lo studioso ha citato quella delle piante che, rispetto all’uomo che la estrinseca attraverso i suoi cinque sensi, quelle creature ne utilizzano fino a quindici!
A questo punto ha preso la parola S. Pillitteri, il padrone di casa dell’iniziativa, evidentemente e comprensibilmente compiaciuto per quanto si stava realizzando, per informare circa prossime iniziative della sua associazione, prima fra tutte, anche in ordine di tempo, il Premio Tiche, in calendario per il 14 Gennaio.
Il giro del tavolo, animato con la consueta verve da C. Miduri, ha ridato la parola ai tre oratori.
Mons. G. Greco ha messo in risalto il merito di papa Francesco, manifestato in ogni sua azione, enciclica compresa, di tendere da una “rivoluzione” totale che riguarda non soltanto il mondo cattolico ma il mondo nella sua globalità: espressione di ciò è l’accentuazione della spinta al dialogo universale sia sotto il profilo religioso, sia sotto quello culturale; avvertendo, inoltre, di stare attenti alle insidie dell’intolleranza e del relativismo e della “tecnocrazia”.
G. Bellina ha riferito sull’attenzione della “tecnica” verso soluzioni apportatrici di cambiamenti culturali che sono in grado di incidere sul clima e sugli stili di vita attraverso una spiccata attenzione al clima mediante abbattimento delle emissioni, del ricorso alle energie rinnovabili e all’”efficientamento” (che brutto neologismo!) di macchine e strutture. Ha parlato anche di crisi di valori; ha fatto un accenno alla crescita demografica, che non va combattuta, ma va diversificata; ha fatto riferimento a un rinnovamento civile e individuale che contrasti la crisi di valori attraverso una visione “religiosa” del bene comune.
Ha concluso P. Uccello invocando la capacità dell’uomo a sapere programmare, pianificare le proprie iniziative recuperando senso di identificazione e senso civico oggi ampiamente carenti. Inoltre, ha messo sull’avviso verso le conseguenze nefaste di una globalizzazione scriteriata che porta alla privazione delle culture specifiche, in grado di determina la perdita di preziose identità: che senso ha, per esempio, sostituire il culto dei defunti con halloween?
L’attenzione durante lo svolgimento della non breve conferenza è stata massima.
Notazione del sottoscritto: l’enciclica, nonostante la forza dei ragionamenti espressi, non assume mai toni minacciosi.