Intervista a Rosa Provenzano, acuta e sensibile autrice siciliana di Laura Gorini

La Sicilia, ha molte sfaccettature e contrasti, certo non è perfetta, però è meravigliosa e non si può non amarla

Ama profondamente la sua Sicilia la brava e accorta Rosa Provenzano. Penna delicata ma nel contempo profonda, ha saputo donarci con infinito rispetto la storia di Gabriel e Fabio, indiscussi protagonisti di “Oltre le Crepe del Cuore”, il suo primo splendido romanzo d’esordio. Di questo e di molto altro ancora ci ha parlato Rosa durante il nostro incontro.

Rosa, siciliana doc. Che cosa ami particolarmente della tua terra?

Io amo tutto della mia terra. Ho molte ragioni per amarla: come non amare i dialetti, ascoltandoli quasi riconosci i suoni dei popoli che l’hanno attraversata e saccheggiata. Amo i suoi colori, il suo profumo di terra e mare, la gente che è sempre  ospitale. Amo la sua storia, così ricca e affascinante. La Sicilia, ha molte sfaccettature e contrasti, certo non è perfetta, però è meravigliosa e non si può non amarla.

Si dice che i siciliani siano molto testardi e passionali. Ti riconosci in questa direzione?

Passionale forse sì, testarda anche, ma nel senso buono della parola. Sono una persona che se fissa degli obiettivi cerca sempre il modo di raggiungerli, ma che rispetta gli altri e che crede nei compromessi.

E con quali altri aggettivi ti descriveresti e perché?

Mi piace definirmi sensibile e disponibile, perché percepisco facilmente i sentimenti altrui e questo mi porta a essere generosa, protettiva verso i più deboli e arrabbiata verso le ingiustizie. Ma significa anche commuoversi facilmente, significa sentire tutto e più intensamente, sia le cose positive che quelle negative, e nel contempo fare un incredibile fatica per farlo comprendere ad altri.

Quali sono i pregi che apprezzi maggiormente negli altri e i difetti che invece proprio non sopporti?

Quello che apprezzo nelle persone è l’umiltà, l’onesta, la capacità di riconoscere i propri errori e di non fermarsi davanti agli ostacoli.

Non mi piace, invece, la gente falsa che giudica e delude, la gente che ostacola, svuota e lacera.

Venendo a Fabio e Gabriel, i protagonisti del tuo primo romanzo, che cosa risponderesti in merito? Che cosa ami particolarmente di loro? Quali aspetti invece avresti voluto che potessero cambiare del loro carattere?

Gabriel è il sole che spunta fuori dopo la pioggia. È ottimista, coraggioso, combattente, non si ferma davanti alle apparenze o i giudizi degli altri. Di lui amo il modo di affrontare i problemi e la capacità di prendersi cura degli altri senza mai scordarsi di sé stesso.

Fabio, invece è un uomo triste, infelice e tormentato. Ciò che amo di Fabio è la sua crescita interiore, lo sforzo che ha dovuto fare per rialzare la testa e pretendere il posto che gli spetta nel mondo. Li ho immaginati in questo modo con le loro forze e le loro debolezze, con il loro modo di intristirsi e di sorridere, non cambierei niente del loro carattere, per citare una frase del libro, direi che “Sono perfetti così, con le loro imperfezioni”.

Tu li hai descritti in una maniera molto precisa e le scene che presenti dove compaiono anche altri personaggi sono molto cinematografiche. In altri punti della tua opera appare invece di leggere alcuni dialoghi o piccoli monologhi teatrali. Il Cinema e il Teatro sono dunque tue altre due grandi passioni oltre alla Letteratura e alla Scrittura?

La mia più grande passione è sicuramente la lettura, ma anche il cinema mi appassiona tantissimo. Così come amo immergermi tra le pagine di un libro, allo stesso modo, mi perdo nella visione di un film sia a casa che al cinema. Come la lettura, anche i film, ci aiutano ad aprire la nostra mente, a liberarci dai pregiudizi e ampliano anche la nostra visione del mondo. In più sono anche momenti di svago irrinunciabili, durante i quali si vive in un mondo parallelo. Riguardo il Teatro, purtroppo, non ho molte occasioni di andarci ultimamente per svariati motivi, ma assistere dal vivo a una rappresentazione per me è molto suggestivo, sia per la magia che si respira, sia per le emozioni e le sensazioni che riescono a trasmettermi gli attori sul palco.

Possiamo dire che pubblicare un libro ha rappresentato per te la realizzazione di un sogno? Ti consideri in linea generale una sognatrice?

In un certo senso, mi considero una sognatrice e mi piace esserlo perché è una caratteristica che denota sensibilità e ottimismo. In ogni caso mi considero una sognatrice con i piedi per terra, consapevole che non tutti i sogni si possono realizzare, ma continuo a sognare, anche perché non costa niente, ma mi permette di colorare la vita e sperare sempre in meglio.

Che cosa ti senti di consigliare a un giovane che ha tanti sogni in testa e che non sa da dove cominciare?

I sogni sono il carburante della vita, sono ciò che ci fa andare avanti per arrivare dove vogliamo. Il primo passo da fare è credere in sé stessi, nelle proprie capacità e nei propri sogni. Occorre avere la forza di lottare, di non arrendersi difronte alle difficoltà e soprattutto di non avere paura di sbagliare, perché anche gli errori fanno parte del bagaglio di esperienze e possono essere momenti fondamentali di apprendimento e di crescita.