Intervista a Pamela Luidelli, autrice sensibile e accorta di Laura Gorini

L’eredità più pregiata che una persona possa lasciarci non risiede nell’oggetto materiale, bensì nel ricordo tangibile del suo amore e della sua presenza nella nostra vita

Si intitola “ Pennellate di Bugie”, il nuovo intenso romanzo di Pamela Luidelli. L’autrice, donna sensibile e profonda, ci ha aperto il suo cuore. Un cuore grande e che trova nella scrittura un senso di serenità.

Pamela, quale è stata la genesi della tua ultima opera?“Pennellate di Bugie” rappresenta il mio quarto romanzo pubblicato, ma in realtà è stato il primo che ho avuto l’opportunità di scrivere. Tutto è cominciato grazie alla mia grande passione per la lettura, una vera e propria dipendenza che potrebbe essere paragonata al bisogno di aria fresca. Durante un periodo professionale difficile, la lettura mi ha dato un grande aiuto nel trovare la serenità. Proprio in quel momento, mio marito, cogliendo questa mia passione, mi ha suggerito di provare a scrivere qualcosa di mio e così è nato il romanzo.

Con quali parole lo descriveresti a chi non l’ha ancora letto? Parlare del proprio romanzo non è mai un compito facile per un autore, dal momento che spesso si tratta di una visione parziale. Personalmente, ritengo che sia una storia contemporanea in cui tre generazioni si confrontano nel bene e nel male. Ho cercato di scrivere una narrazione coinvolgente e fuori dall’ordinario, che possa trasmettere emozioni e sensazioni al lettore. D’altronde l’amore è un sentimento incredibilmente complesso e sfaccettato, che si manifesta in molteplici forme e sensazioni, è una forza senza pari quando si tratta di un figlio, una madre, una nonna o un marito. Ognuno di essi ha un significato unico e irripetibile, ma ciò che rimane in discussione è la sua vera essenza. Potremo cercare di definirlo, ma l’amore sfugge sempre alle definizioni.

Il titolo è molto poetico richiama il lavoro di un pittore. Non per nulla le scene che racconti sembrano tanti quadri. Ti piacerebbe che venisse tratta una mostra dal tuo romanzo? Il titolo del mio romanzo, rispecchia in maniera fedele la storia narrata, parla della tendenza umana a scegliere la menzogna piuttosto che la verità sgradevole. Le tre generazioni raccontate nella trama hanno, in maniera pittorica, dipinto la loro vita di molteplici sfumature. Talvolta, l’abitudine di ingannarsi può rendere la realtà più colorata, ma alla fine è solo una facciata, un illusorio modo per evitare le difficoltà della vita. Per quanto riguarda la domanda, devo ammettere che nutro un sincero interesse nel contemplare una mostra derivata da “Pennellate di Bugie”. Ad ogni quadro si celerebbe un mistero intrigante: potrebbe esserci un sorriso o una lacrima in ogni pennellata. Il risultato finale dipenderà interamente dalla nostra abilità interpretativa.

Se ti chiedessero di farne un film quale attrice vorresti per la nonna protagonista? La domanda posta è davvero intrigante e richiede una riflessione profonda. Nel considerare la scelta di una persona, opterei per una nonna autentica, piuttosto che una celebrità del mondo dello spettacolo. Tale scelta rappresenterebbe un tributo alla saggezza e all’esperienza delle persone anziane, le cui storie spesso ci offrono preziose lezioni di vita.

A chi ti sei ispirata per la sua figura? Desidero sottolineare che la narrazione proposta è un puro frutto della mia immaginazione, così come lo sono i personaggi descritti. Tuttavia, ammetto di aver accostato la figura della nonna e la sua sofferenza per la perdita del marito alla mia personale esperienza emozionale in caso mi trovassi in circostanze simili.

Se l’avessi ora vicino a te che cosa le diresti e perché? L’abbraccerei e le direi semplicemente grazie, è una parola che sembra essere gradualmente in disuso, eppure continua ad essere piena di significato e valore. Dovremmo dare valore alle piccole cose, alle gentilezze quotidiane, e ricordare di esprimere sempre il nostro apprezzamento. Diciamo grazie con il cuore, non solo con le parole, e lasciamo che questo gesto colmi di emozione le nostre relazioni. L’eredità più pregiata che una persona possa lasciarci non risiede nell’oggetto materiale, bensì nel ricordo tangibile del suo amore e della sua presenza nella nostra vita.