Siracusa, Mangiafico propone di individuare strutture ricettive da convertire in “Covid hotel” per evitare il sovraffollamento nelle strutture sanitarie

L’Amministrazione comunale dia inizio ad un percorso di confronto e individuazione, reperendo anche delle risorse in bilancio”

Siracusa, 4 novembre 2020. “L’Amministrazione comunale di Siracusa convochi un tavolo urgente cui invitare tutte le associazioni di categoria del comparto alberghiero, partendo da “Noi Albergatori”, per iniziare un percorso di confronto volto all’individuazione di “Covid hotel” nel nostro territorio, rintracciando e raccogliendo la disponibilità di tutti gli alberghi sottoutilizzati da subito e fino alla fine della stagione invernale”. La richiesta è stata avanzata dall’ex vicepresidente del Consiglio comunale, Michele Mangiafico.

L’ipotesi di ricorrere agli alberghi che hanno, in questo periodo dell’anno, poche presenze, restituisce un immediato vantaggio. Consentirà, infatti, come già avvenuto in molte altre città italiane, alle strutture sanitarie di evitare il fenomeno del sovrappopolamento che talvolta è causato dal ricovero, negli ospedali, di persone anche prive di particolari sintomatologie. Consentirà, contestualmente, di gestire nel territorio le quarantene di coloro che abbiano difficoltà ad affrontarle presso la propria residenza.

L’individuazione dei “Covid hotel” non avrebbe solo l’effetto immediato di alleggerire le strutture sanitarie. Fornirebbe anche una opportunità di utilizzo e ristoro ad un settore che da molti mesi sta affrontando una crisi economica senza precedenti, forse quello che è stato costretto a versare il tributo maggiore alla pandemia.

Sono già operativi, nel nostro Paese, – spiega Mangiafico – l’hotel Astoria a Milano, con una disponibilità di 70 stanze, mentre nel riminese abbiamo censito il Royal di Cattolica, il Santanna e l’Audi hotel a Marina centro. La Regione Piemonte ha varato un vero e proprio piano che riguarderà gli alberghi con assistenza sanitaria per gli over 65 non gravi. Si muove Novara, con incontri già programmati con titolari di strutture alberghiere. Ventidue strutture alberghiere si sono dichiarate disponibili in Umbria”.

L’Amministrazione comunale potrebbe partecipare nell’ambito delle convenzioni con queste strutture alberghiere, non solo e non tanto come soggetto che sensibilizzi Regione e Azienda sanitaria provinciale. Ma soprattutto come soggetto che sostenga economicamente questa iniziativa. In tal senso, abbiamo operato uno studio sul bilancio comunale relativo al centro di costo numero 28 ovvero “Area I, Sviluppo culturale e incoming turistico”. Tolti i capitoli di bilancio legati al personale, alle indennità, agli straordinari e al sistema bibliotecario, restano sul bilancio di previsione 2020 diciannove capitoli di spesa per un totale di 500 mila euro (su cui verificare i residui per gli ultimi due mesi dell’anno), di cui 100 mila euro presenti già sul pluriennale 2021 e 2022 (e quindi disponibili). Si potrebbe partire da qui – conclude Mangiafico – per le prime concrete convenzioni con le strutture alberghiere del territorio”.