14 Maggio 2024

Pirandello Smile 3.0

Giornalino Online del I Istituto Comprensivo di Carlentini "Pirandello"

Lamborghini

Cari lettori, appassionati da tempo di auto e motori, vogliamo condividere con voi in questa rubrica la storia dell’azienda automobilistica Lamborghini. Il nostro lavoro è frutto di una ricerca e quello che vi proponiamo è proprio la ricostruzione del percorso umano e professionale che ha portato un’azienda italiana produttrice di automobili, fondata nel 1963 da Ferruccio Lamborghini (già fondatore della Lamborghini Trattori) ad essere quella che noi tutti oggi conosciamo. La sede e l’unico stabilimento produttivo sono da sempre situati a Sant’Agata Bolognese, dove lavorano oltre 1.400 dipendenti. L’azienda, a partire dal 1998, è interamente posseduta dalla tedesca Audi.
La fondazione della Lamborghini viene tradizionalmente ricondotta ad una lite, realmente accaduta, fra Enzo Ferrari e Ferruccio Lamborghini. Quest’ultimo, già affermato industriale che costruiva trattori, caldaie e condizionatori, possedeva una Ferrari 250 GT della quale non era pienamente soddisfatto. Ferruccio Lamborghini decise di avviare in proprio la costruzione di un’automobile che fosse “perfetta anche se non particolarmente rivoluzionaria”. La Lamborghini automobili fu fondata il 7 maggio 1963 e aveva sede in uno stabilimento appositamente costruito a Sant’Agata Bolognese. Il titolare, che disponeva di ingenti risorse finanziarie, si circondò immediatamente di ingegneri e tecnici molto capaci. Nacque così non riscosse molto successo a causa dello stile troppo avveniristico e rimase un esemplare unico.

Lamborghini 350 GTV
Nel 1966 nacque la Miura, esuberante automobile a motore posteriore (fra le prime al mondo), era paradossalmente l’esatto contrario di ciò che Lamborghini aveva chiesto ai suoi progettisti: stupefacente, ma tutto fuorché esente da difetti. Ebbe un successo straordinario, sia di critica che di vendite, tanto che, nelle sue varianti, rimase in produzione fino al 1973. Dopo pochi anni dalla fondazione la Lamborghini poteva già contare su un’intera gamma di automobili sportive (anche se praticamente era disponibile un solo motore), ma la sorte dell’azienda era per lo più nelle mani della Miura che monopolizzava le vendite: nel ’68 ne vennero vendute 187. Nel 1971 venne presentata la vettura destinata a sostituire la Miura: si chiamava Countach e la sua linea, ancor più estrema e radicale, era anch’essa opera di Gandini. La Countach però, complice anche il protrarsi dei risultati soddisfacenti della Miura, non entrò in commercio prima del ’74. Fu la prima Lamborghini costruita senza il suo fondatore.

Lamborghini Countach

Nel 1972 Ferruccio Lamborghini abbandonò improvvisamente la sua azienda, cedendo la maggioranza delle azioni all’imprenditore svizzero Georges-Henri Rossetti, per poi vendere il restante pacchetto a René Leimer nel 1973.
La ragione di una decisione così inattesa era la necessità di reperire fondi per la fabbrica di trattori in difficoltà, ma fu probabilmente da ricercarsi anche nel malumore che Lamborghini provava nei confronti delle agitazioni sindacali che già da tempo erano diffuse in gran parte delle fabbriche italiane. Tali rivendicazioni, oltre a rallentare la produzione e a ripercuotersi sulla qualità dei prodotti, avevano plausibilmente minato l’entusiasmo imprenditoriale di Lamborghini. Nel giro di pochi anni infatti egli cedette anche le altre sue attività e si ritirò a vita privata. Il cambio di gestione corrispose alle prime serie difficoltà economiche, determinate da una somma di cause: l’uscita di scena della Miura quando la Countach non era pronta, la crisi petrolifera del 1973 che mise al bando le automobili sportive e infine la proprietà svizzera era spesso assente e poco risoluta. Così nel ’74 anche Stanzani e Wallace lasciarono la Lamborghini.

Seguirono anni difficili, con una gamma ormai obsoleta e scarsamente sviluppata e la sola apprezzatissima Countach a sostenere economicamente le sorti della fabbrica. A risollevare le sorti dell’azienda sembrò arrivare un vantaggioso accordo per costruire 800 esemplari della coupé sportiva M1 per conto della BMW, che avrebbe fornito i motori, ma l’azienda bolognese in grave deficit non fu in grado di rispettare le consegne e l’intesa venne rescissa. La perdita della commessa fu un altro duro colpo per le finanze della casa, sempre più a corto di liquidità e ormai sull’orlo della bancarotta. Nell’agosto del 1978 il tribunale di Bologna pose l’azienda in amministrazione controllata per evitarne il fallimento. Non trovandosi un acquirente, il 28 febbraio 1980 la Lamborghini venne messa in liquidazione. Nel 1998 la Lamborghini fu acquisita dall’Audi, costruttore sufficientemente esperto e solido da garantire alla casa bolognese un piano industriale adeguato. Il nuovo piano prodotto prevedeva il completamento della fase di sviluppo dell’ammiraglia V12: che, ripartita da nuove basi all’arrivo della nuova proprietà, fu presentata al salone dell’auto di Francoforte nel 2001 con il nome Murciélago.

Lamborghini Murciélago
Nel 2010 finì la produzione della Murciélago, rimpiazzata con la Aventador.

Lamborghini Aventador
Per festeggiare il cinquantenario della casa fu presentata la showcar monoposto Egoista.

Lamborghini Egoista
Dal 15 marzo 2016 nuovo presidente e amministratore delegato è Stefano Domenicali, già direttore sportivo della scuderia Ferrari. Nel 2020 Stefano Domenicali lascerà la guida della Casa del Toro a partire da gennaio 2021 per assumere l’incarico di Presidente e CEO del World Motorsport Council della FIA, titolare della Formula 1.
A seguito della sua uscita, il 1º dicembre 2020 Stephan Winkelmann torna ad assumere i ruoli di Presidente e Amministratore Delegato di Lamborghini Automobili.
Il toro alla carica incorniciato da uno scudetto fu scelto come emblema da Ferruccio Lamborghini poiché era il suo segno zodiacale. Dopo i primi modelli con denominazione alfanumerica in voga all’epoca, anche la nomenclatura delle auto si ispirò al mondo della tauromachia. Se la Miura fu il primo grande successo della Lamborghini, fu la futuristica Countach ad introdurre la linea a cuneo, tesa e spigolosa, a volume unico. Il suo profilo senza soluzione di continuità fra cofano anteriore e parabrezza, con l’abitacolo fortemente sbalzato in avanti, caratterizzò tutte le Lamborghini sportive da allora in poi. Sempre sulla Countach fecero la comparsa iconiche porte ad apertura parallela a forbice, anch’esse presenti in tutte le future ammiraglie. Questo sistema è talmente caratteristico che negli Stati Uniti vengono comunemente chiamate Lamborghini style doors. E fu ancora la Countach a proporre per prima su una vettura stradale gli ampi e vistosi alettoni posteriori, allora più estetici che funzionali.

Daddi Edoardo, Lucifora Antonino, V C primaria