A PRIOLO SCOPERTI 168 FALSI INVALIDI

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Personale del  Commissariato di P.S. di Priolo Gargallo, nella giornata di ieri, nell’ambito di un operazione di polizia, ha deferito in stato di libertà 168 persone resisi responsabili a vario titolo dei reati di cui all’art.640 bis c.p. (truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche); art.483 c.p. (Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico); art.476 c.p. (Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici); art.479 c.p. (Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici) in quanto beneficiavano illecitamente, sulla base di false attestazioni reddituali, di sussidi elargiti dal Comune di Priolo Gargallo (SR). In specie, le indagini prendono spunto da un esposto che segnalava l’elargizione di sussidi destinati alle fasce sociali dei meno abbienti a soggetti privi dei prescritti requisiti richiesti dalla legge. Al fine di verificare la veridicità dell’esposto, personale dipendente procedeva nel mese di novembre 2012 al sequestro, presso il Comune di Priolo Gargallo, dei fascicoli inerenti le Determine Dirigenziali del II° settore alle Politiche Sociali mediante le quali erano state liquidate una serie innumerevole di sussidi verso fasce sociali dei meno abbienti. Durante le fasi del sequestro, gli Agenti sorprendevano un dipendente comunale intento a formare un atto a nome di uno dei soggetti per il quale il Commissariato di Priolo Gargallo aveva richiesto la documentazione sussidiaria. In specie si accertava che l’atto, che il dipendente comunale stava falsificando, era relativo ad una concessione di contributo straordinario una-tantum del mese di febbraio 2012. Alla luce di quanto sopra, ai due dipendenti comunali veniva contestata la violazione dell’art art.476 c.p. (Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici) e art.479 c.p. (Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici), Inoltre, venivano sequestrati tutti i faldoni relativi agli aiuti sussidiari (annualità 2011 e 2012) al fine di meglio verificare le singole posizioni dei destinatari degli aiuti economici. Nello specifico, gli investigatori eseguivano una scrupolosa analisi delle singole pratiche poste in sequestro, (circa 1.500 pratiche annualità 2012) grazie alle quali, utilizzando diverse banche dati tra cui il sistema informatico INPS, si accertava, senza tema di smentita, che parte delle dichiarazioni prodotte all’interno delle istanze, circa la situazione reddituale dei richiedenti, risultavano artatamente modificate al fine di indurre in errore il pubblico Ufficiale preposto alla concessione dell’aiuto sussidiario. Dalla disamina degli atti è emerso che su 1500 pratiche sussidiarie 166 presentavano delle irregolarità. Nello specifico i soggetti coinvolti omettevano e/o falsificavano le informazioni inserite nelle dichiarazioni ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), con la finalità di presentare una falsa soglia d’indigenza. In numerosi casi, i falsi poveri presentavano dichiarazioni in cui risultavano, a loro dire, nullatenenti. Dagli accertamenti è emerso che tra i falsi poveri vi erano lavoratori dipendenti, proprietari di immobili e terreni, non dichiarati nelle dichiarazioni. Alla luce di quanto sopra i 166 richiedenti dell’aiuto sussidiario, in mancanza dei requisiti richiesti ed ottenuto sulla scorta delle false dichiarazioni rese ai pubblici ufficiali, venivano deferiti in ordine ai reati di cui all’art.640 bis c.p. (truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche) e art.483 c.p. (Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico); mentre i due dipendenti comunali, come detto, venivano deferiti in stato di libertà del reato di cui all’art.476 c.p. (Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici) e art.479 c.p. (Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici).